Psicologo dello sviluppo, Giacomo Lippolis si occupa principalmente di bambini e adolescenti di età compresa tra i 5 e i 20 anni circa.
“Mi prendo cura di bambini e ragazzi con DSA, Disabilità Intellettiva, Autismo, ADHD e problemi comportamentali, disturbi della sfera affettiva ed emotiva”, precisa. Lippolis, che collabora con l’Associazione 1 2 3 Stella di Roma, si occupa quindi di neuropsicologia dello sviluppo, di psicologia dell’educazione e di psicologia del benessere.
Una volta si parlava di ritardo mentale, oggi di disturbo dello sviluppo intellettivo.
Il concetto di ritardo poggiava le basi sui concetti di obiettivo e di prestazione: si sottintendeva, in altre parole, che dovesse esserci un “traguardo” da raggiungere che, invece, non si raggiungeva. Una definizione che, nel tempo, ha assunto quasi il significato di sentenza, se non di condanna. Indipendentemente dall’etichetta, è importante capire che questi bambini e questi ragazzi non hanno limiti a priori, hanno semplicemente un modo diverso di imparare, generato dalle proprie specifiche caratteristiche individuali.
Cosa si può fare per aiutarli?
Bisogna lavorare per sviluppare in modo sufficiente quelle abilità che sono carenti e potenziare quelle adeguate, per fare in modo che i bambini e i ragazzi possano vivere una vita il più possibile soddisfacente, secondo i propri interessi e le proprie propensioni. E, seguendo percorsi specifici, è un obiettivo che si può raggiungere.
Quali sono le cause di questi disturbi?
Essenzialmente neuro-biologiche. C’è un modo diverso di funzionare del cervello, spesso non adeguato al contesto sociale di riferimento. Avrebbero magari bisogno di altri modelli di apprendimento, a partire dalle scuole. Non sono malattie, non c’è una cura, non si guarisce. Bisogna avviare dei percorsi specifici, i margini di miglioramento sono notevoli, soprattutto se c’è condivisione e collaborazione tra famiglia, scuola e specialisti.
Qual è il ruolo della famiglia?
Fondamentale, ed è importante che sia consapevole: è il modo migliore per aiutare chi vive una situazione di difficoltà. Rispetto al passato c’è una conoscenza più diffusa, anche se si fa spesso fatica a distinguere tra i vari disturbi. E’ molto importante che oggi le famiglie siano molto più attente e sensibili rispetto al passato. E’ un approccio che ci consente di affrontare questi disturbi nei tempi e nei modi giusti.